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NUOVO EDEN
 

Di e con Jessica Leonello
Regia Manuel Renga
Video Nicola Zambelli
Scene Mario Leonello, Mario Barnabi, Manuel Renga
Pupazzi e maschere Jessica Leonello, Aurelio Colombo

Con l'amichevole partecipazione di
Roberto Capaldo, Patrizia Volpe, Gabriele Reboni, Daniele 
Squassina, Emiliano Treccani, Il Gruppo de Noalter.

Con il sostegno di Residenza Idra e
Verdecoprente Residenze Artistiche

Con il sostegno produttivo di Fondazione A.S.M.

Spettacolo vincitore Menzione Speciale Bando di Nuova Drammaturgia Tagad’Off 17

“La gente non vive in eterno. Persino i posti scompaiono”
C. Palahniuk “Portland Souvenir”

Uno spettacolo di teatro di figura: un puppet e due maschere per raccontare le trasformazioni sociali, urbane e di genere.
Immaginate di addormentarvi per quindici anni, di risvegliarvi e tornare a fare un giro per le vostre città, cercando i luoghi impressi nella vostra memoria, le persone, le abitudini. Tutto sommato, a noi, pare non sia successo nulla, ma per Cesare, che viveva nel cuore storico di una operosa città del Nord Italia, quasi tutto è cambiato: il cinema Eden - che era l’ultimo cinema a luci rosse rimasto in città - si è trasformato in un cinema d’essai, altro che Moana Pozzi, ora solo film di Wim Wenders, il cricket è diventato il secondo sport più praticato e i suoi giocatori sono tutti indiani e pachistani ormai di seconda generazione, ogni semaforo si è trasformato in rotonda, ai bordi della città solo residui industriali di vecchie fabbriche abbandonate e al loro posto un luna park di centri commerciali.
Cesare cerca suo figlio e, nella sua ricerca, incontra altri personaggi: Dolores una sua amica transessuale, che cercherà di aiutarlo e Gurpreet, un ragazzo indiano che ha giocato nella nazionale italiana di cricket. Attraverso di loro, Cesare compie un viaggio di ricerca, muovendosi nelle trasformazioni sociali e urbane di una città contemporanea, in un itinerario che vede i luoghi, come territori fisici della memoria: un confronto interiore ed esterno tra passato e presente, tra quello che era e quello che è. Anche se quello che era fa fatica a staccarsi dagli occhi e talvolta, crea piccoli cortocircuiti nostalgici, sospesi tra una dolce malinconia e un continuo desiderio di scoperta.
Riapri gli occhi e il tuo vecchio eden, è un nuovo eden.
Ma sono i luoghi che cambiano le persone? O le persone che cambiano i luoghi?

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