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QUANDO:
26/01/25 ore 17:00 | Carpenedolo - Palazzo Laffranchi
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La sera del 22 giugno 1938 l'incontro di boxe tra il tedesco Max Schmeling e l'americano Joe Louis assurge ad emblema della lotta tra il nazismo in ascesa e la democrazia occidentale.
Riviviamo attraverso occhi appassionati il mondo della boxe degli anni '20 e '30 ma più che soffermarci sull'epica della nobile arte del pugilato poniamo l'accento su come quasi cento anni fa un evento sportivo di portata mondiale sia stato manipolato, enfatizzato e strumentalizzato a fini propagandistici da due regimi contrapposti.
Lo scontro sul ring tra i due campioni sportivi assume nell’immaginario collettivo i contorni di una lotta tra civiltà dove la giovane democrazia statunitense finisce con il mostrare la sua fragilità e le sue contraddizioni, celando a fatica le tensioni sociali e le questioni razziali irrisolte. In un serrato montaggio alternato assistiamo alla inesorabile macchina propagandistica del regime nazista che muove dalle pagine del "Mein Kampf" per arrivare alla meticolosa messa in scena ideata da Goebbels, pronta a enfatizzare, celebrare, distorcere e occultare persone e fatti a seconda delle esigenze del momento.
In un'epoca dove la comunicazione scopre nuove velocità attraverso i media frutto delle conquiste tecnologiche del primo '900 quali la radio e i cinegiornali, in un'epoca nella quale proliferano i quotidiani e le riviste di settore dai molteplici orientamenti politici e religiosi, l'uomo comune viene subissato di informazioni spesso contraddittorie, mai univoche.
Anche l'evento sportivo, l'incontro stesso, viene privato della sua aura di spontaneità a causa del torbido mondo in cui è immerso: le scommesse, il malaffare, gli interessi politici e propagandistici dell'una e dell'altra fazione.
L'incredibile quantità di fatti, accadimenti e opinioni che accompagnano il pre e il post dell'incontro anziché avvicinare lo spettatore ad una visione esaustiva e fedele della realtà scaturisce l'effetto opposto: l'eccessiva mole di informazioni lo allontana dalla possibilità di conoscere la realtà dei fatti.
L'unico elemento di verità rimane forse l'amicizia tra due uomini: due combattenti, rivali sul ring ma al contempo esseri umani che sapranno superare tutte le barriere costruite attorno alla loro vicenda per incontrarsi e aiutarsi nel momento del bisogno, nella vita reale, ad anni di distanza da quei giorni così gloriosi e nefasti.
Crediti
Una produzione Teatro Telaio e CTB - Centro Teatrale Bresciano
Con ALESSANDRO MOR e ALESSANDRO QUATTRO
Scenografie GIUSEPPE LUZZI
Disegno Luci STEFANO MAZZANTI
Scenotecnica ALESSANDRO CALABRESE
Consulenza filosofica SILVIA MAZZINI
Aiuto regia GIANNI ROSSI
Drammaturgia e regia ANGELO FACCHETTI
Età consigliata: dai 13 anni